Riassunto del volume dedicato alle problematiche più significative degli asili nido. Dopo una panoramica sulla storia di questa istituzione, se ne descrivono le caratteristiche attuali, ponendo l'accento sulla necessità di rendere il nido luogo di accoglienza per tutta la famiglia. Dall'organizzazione degli ambienti, all'ambientamento, alla necessità di coinvolgimento delle famiglie, alla programmazione degli interventi più adatti per i più piccoli, viene fatta un'ampia panoramica su come il nido dovrebbe proporsi oggi.
Educare al nido
di Anna Bosetti
Riassunto del volume dedicato alle problematiche più significative degli asili
nido. Dopo una panoramica sulla storia di questa istituzione, se ne descrivono
le caratteristiche attuali, ponendo l'accento sulla necessità di rendere il nido
luogo di accoglienza per tutta la famiglia. Dall'organizzazione degli ambienti,
all'ambientamento, alla necessità di coinvolgimento delle famiglie, alla
programmazione degli interventi più adatti per i più piccoli, viene fatta un'ampia
panoramica su come il nido dovrebbe proporsi oggi.
Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
Facoltà: Scienze dell'Educazione
Corso: Scienze dell'Educazione
Esame: Pedagogia dell'infanzia
Titolo del libro: Educare al nido. Metodi di lavoro nei servizi per
l'infanzia
Autore del libro: Catarsi Enzo e Fortunati Aldo
Editore: Carocci
Anno pubblicazione: 20041. La nascita dell’asilo nido
Lo Stato italiano si è storicamente disinteressato delle istituzioni per l’infanzia, la cui gestione è sempre stata
delegata ai privati, generalmente ordini religiosi.
II primo “ricovero per lattanti” vede la luce nel 1850 a Milano per opera di un gruppo di famiglie abbienti e
di studiosi, che denunciano il triste fenomeno dell’abbandono dei bambini.
II primo intervento pubblico avviene invece nel 1925, quando il regime fascista istituisce l’Opera nazionale
Maternità e Infanzia, che si pone come obiettivo primario la difesa ed il potenziamento della famiglia e della
natalità, da perseguire mediante l’espulsione della donna dal mondo del lavoro e l’esaltazione della
maternità che vuole stimolare le madri italiane ad essere sempre più prolifiche.
All’indomani della Liberazione le donne di sinistra mostrano un rinnovato interesse per le condizioni
dell’infanzia e si impegnano per ottenere misure legislative a favore dei bambini. Queste sollecitazioni non
restano senza risposta, visto che il governo centrista presenta un proprio progetto che poi diventa la legge
del 26 agosto 1950, n. 860. Questa, pur non esente da limiti, contiene molte disposizioni innovative e, fra
queste, il diritto delle donne alla non licenziabilità durante il periodo di gravidanza, durante il congedo per il
parto e fino al compimento del primo anno del bambino.
Anna Bosetti Sezione Appunti
Educare al nido 2. Gli anni del miracolo economico e i servizi per l’infanzia
L’Italia vive negli anni successivi un vivace periodo di trasformazioni economiche e sociali. Sono questi gli
anni del cosiddetto "miracolo economico", le cui basi sono poste durante la seconda metà degli anni
cinquanta, quando assistiamo ad una consistente crescita della produzione industriale.
Lo sviluppo industriale provoca anche cambiamenti nell’organizzazione della vita sociale, in particolare per
la maggiore presenza di manodopera femminile, che era stata espulsa dal processo produttivo
nell’immediato dopoguerra e che adesso comincia a tornarvi.
In questo contesto si sviluppa anche la domanda di servizi sociali per la cura dei bambini ed in particolare si
rende evidente la richiesta della scuola materna.
La scuola materna statale viene istituita con la legge 18 marzo 1968, n. 444 dando inizio ad un processo che
vedrà lo sviluppo di un crescente interesse per i bisogni di cura delle famiglie italiane.
Anna Bosetti Sezione Appunti
Educare al nido 3. La stagione delle donne e la nascita dell’asilo nido
L’interesse che le forze politiche laiche e di sinistra cominciano a dimostrare per le istituzioni per l’infanzia
è il frutto della spinta che in tal senso esercita il movimento delle donne, che va sviluppandosi in maniera
sempre più consistente.
Nel 1971 vengono approvate due leggi particolarmente importanti per le donne e per i bambini. La prima di
queste — la legge 30 dicembre 1971, n. 1.204 — è dedicata alla salvaguardia della maternità e introduce il
congedo retribuito al 1oo% del salario per un periodo di cinque mesi. Costituisce inoltre una sorta di
premessa alla legge sugli asili nido.
La legge 1044 dello stesso anno istituisce gli asili nido.
La legge 1.044/1971 continua ad evidenziare il carattere custodialistico del nido, anche se è doveroso
rilevare che essa sancisce per la prima volta il dovere dello Stato di preoccuparsi dell’istituzione e della
gestione di questo importante servizio per i bambini piccoli.
La scelta del nido viene sempre più fatta non solo per rispondere a specifici bisogni di cura, ma anche sulla
base di una intenzionale opzione educativa.
Gli studi sulla socializzazione infantile dell’ultimo ventennio, in effetti, rilevano come il bambino abbia un
bisogno essenziale di stare con gli altri bambini, per crescere nel confronto con gli altri e per costruire il
proprio sapere sulle relazioni. Gli stessi genitori vengono pertanto riconosciuti come attori importanti del
processo educativo realizzato nel nido.
Anna Bosetti Sezione Appunti
Educare al nido 4. Dal nido al sistema dei servizi attraverso le nuove tipologie
Dopo la fase di primo e più cospicuo sviluppo del sistema dei nidi — negli anni settanta e ottanta — due
altri elementi hanno toccato e reso complesso il quadro di realtà:
— la diversificazione delle tipologie di offerta dei servizi;
— la diversificazione del quadro degli attori protagonisti della gestione dei servizi, con il crescente sviluppo
di un mercato dell’offerta privata, prevalentemente in convenzione con i Comuni.
Al contempo, si è andata sviluppando la consapevolezza delle caratteristiche che necessariamente deve
avere un servizio educativo rivolto a bambini nei primi anni di vita.
Le principali nuove tipologie di servizio educativo per la prima infanzia che si sono sviluppate negli ultimi
venti anni sono lo “spazio gioco” e il “centro dei bambini e delle famiglie”:
— il primo offre una opportunità di socializzazione e gioco a gruppi di bambini nel secondo e terzo anno
secondo tempi brevi per una o più volte alla settimana;
— il secondo offre in forma congiunta una opportunità di socializzazione e gioco a gruppi di bambini da o a
anni e di socializzazione ed elaborazione delle proprie esperienze a gruppi di genitori secondo tempi brevi
per una o più volte alla settimana.
In tempi ancora più recenti si sono sviluppate esperienze di “servizio domiciliare” e di “nido aziendale”:
— nel caso del servizio domiciliare, il servizio può essere realizzato o presso l’abitazione di uno dei bambini
utenti (nido familiare) o presso quella di un educatore (nido domiciliare);
— nel caso del nido aziendale, le esperienze fin qui note segnalano realizzazioni di servizi di nido con varia
ricettività, non necessariamente insediati negli ambienti di un’azienda specifica e spesso con utenza derivata
dalla comunità locale oltreché da quella delle famiglie con genitori che lavorano presso l’azienda.
Anna Bosetti Sezione Appunti
Educare al nido 5. La nuova immagine dell’infanzia e dei servizi ad essa rivolti
Dai bambini solo meritevoli di attenzioni e cure affettuose è emersa alla luce un’immagine dei bambini
come individui competenti, attivi, interattivi.
Un’immagine di bambino competente, attivo e interattivo, determina molte conseguenze e apre potenzialità
rinnovate alla prospettiva educativa, chiamando al contempo in causa l’assunzione di precise responsabilità.
Si è andata sviluppando l’idea che i servizi educativi per la prima infanzia abbiano come interlocutori non
solo i bambini ma, insieme a loro, anche i genitori.
Il nuovo genitore oggi si trova a compiere, più o meno consapevolmente, una serie di scelte educative sulle
quali è utile avere occasioni di riflessione e confronto. I modelli educativi a cui fare riferimento risultano
spesso contraddittori e trasmessi in modo confuso e, quasi sempre, non è così facile scegliere uno stile
educativo adeguato, mentre la sicurezza, in questo senso, si riduce ulteriormente per la naturale tensione
emotiva che accompagna il legame genitore-figlio.
L’opportunità di incontrarsi per confrontare e scambiare esperienze, punti di vista, problemi, dubbi
sull’educazione del proprio figlio costituisce una modalità importante per elaborare modelli educativi di
riferimento funzionali e nuove strategie di intervento.
Anna Bosetti Sezione Appunti
Educare al nido